giovedì 9 giugno 2011

Un'esperienza per tutti (3) "Resistenza"

vediamo in questo post come e perchè Bruno Baldassarri, tirocinante dell'università di Bologna in una società professionista di calcio a 5 a Gran Canaria, ha impostato i lavori di resistenza.


Come specificato nel post precedente per quanto riguarda la resistenza organica generale ho deciso di svilupparla il martedì sera. A mio modo di vedere, non aveva senso impostare grandi volumi di lavoro sulla capacità condizionale “Resistenza”. A questo punto della stagione penso sia un valore relativamente poco allenabile e di non grande efficacia per gli obiettivi preposti. Inoltre in uno sport come il futbol-sala penso che sia molto più utile avere una maggior rapidità ed una resistenza agli sprint ripetuti piuttosto che un grande volume aerobico. Considerazione supportata anche al fatto che in squadra avevamo 8-9 giocatori di livello simile e le opzioni riguardanti i cambi erano molte. Per resistenza organica generale intendo una capacità differente dalla pura resistenza, mi spiego. La resistenza è la capacità condizionale che ci porta a svolgere azioni a bassa intensità per un periodo prolungato di tempo. Il mio lavoro era centrato su esercitazioni ad alta intensità, con tempi di esecuzioni da 30” a 2 minuti ripetute varie volte (circuiti di 8 ripetizioni ripetuti due volte). Sto parlando di partitelle con sponde, giochi di possesso, mantenimento della palla da parte di quadre in superiorità e mini partite con ridotto numero di giocatori. Partendo da situazioni di 3 vs 3 in spazi di 20 x 20 fino alla più condizionante: un 1 vs 1 protratto nel tempo in uno spazio di 10 x 10. Ovviamente le dimensioni erano sempre adattate al numero di giocatori presenti ed il goal era rappresentato sia dal mantenimento palla nel tempo, sia da una o più porte reali. In questo modo il lavoro svolto in allenamento ricalca con precisione quello che sarà lo svolgimento della partita: azioni di gioco brevi ed intense protratte nel tempo, con grande impiego della forza funzionale sotto forma di cambi direzione e frenate. Per questo chiamo resistenza organica quella resistenza agli sforzi dove non si lavora soltanto un meccanismo energetico, ma le componenti trattate sono molteplici e, a mio avviso, funzionali alla partita.
Per cercare di mantenere alto il ritmo di allenamento e quindi fare in modo che le proposte risultassero effettivamente efficaci ho impostato il mio modo di lavorare senza fischietto, solo con la voce volevo cercare di estrarre il massimo rendimento da ognuno dei giocatori: incitamenti, rimproveri, consigli erano il sottofondo costante ad ogni mia seduta di allenamento.

i post che seguiranno saranno dedicati alle singole sedute di:
- forza
- allenamento sulla sabbia
- allenamento propriocettivo rigenerativo
Ho deciso di pubblicare una serie di post relativi all'esperienza lavorativa di Bruno Baldassarri, studente di scienze Motorie che sta facendo un tirocinio formativo all'estero come allenatore fisico di una squadra di calcio a 5 Spagnola. Il motivo è semplice! Bruno è alla prima vera esperienza lavorativa in ambito di preparazione fisica e credo che il suo percorso si utile in quanto racchiude entusiasmo ed intraprendenza, ottime intuizioni ma probabilmente anche alcuni errori. Seguire l'evoluzione dei pensieri del collega e vedere come si sono trasformati in programmazione ed esercitazioni offrirà sicuramente a tutti noi, dal preparatore affermato allo studente al primo anno, spunti per approfondimenti o critiche costruttive relative alla figura dell'allenatore fisico. 
Sergio Ruosi, segretario AIPAC Emilia Romagna

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