sabato 1 maggio 2010

Corsa o Partite a tema

Sintesi dell'articolo di Umberto Borino pubblicato sul numero 207 de "Il Nuovo Calcio"


Sono molti i mezzi che vengono utilizzati dai preparatori atletici per migliorare il rendimento del calciatore (balzi, salite, navette...), però tali strumenti tendono a concentrarsi solamente sull'aspetto puramente fisico e non stimolano nessun tipo di ragionamento e adattamento alla situazione di gioco. Considerando per esempio le componenti relative alla resistenza possiamo dire che sono importanti per vari motivi ma che devono essere adattate alle varie fasi di gioco e per tutta la durata della gara. Oppure, la massima velocità di gioco del calciatore è ben diversa dalla massima velocità di corsa in quanto durante la partita questa capacità deve essere ottimale per affrontare qualsiasi imprevisto o cambiamento della situazione (cambio di direzione, l'arrivo della palla, l'opposizione di un avversario...). Negli ultimi anni, l'esasperata ricerca di livelli di forza, resistenza e velocità sempre maggiori, non ha contribuito a migliorare la condizione di salute del calciatore, è quindi necessario che l'atleta non solo venga allenato sulle componenti fisiche ma deve essere anche "educato" all'uso corretto di queste in modo da poter ottimizzare tutte le componenti che determinano la prestazione.


Il preparatore fisico dovrebbe inoltre programmare il suo intervento considerando che la prestazione è dovuta a un mix di componenti (assieme all'aspetto atletico ci sono quello tattico, psichico e coordinativo), che ognuna di queste condiziona le altre e che il deficit di una singola componente ha ripercussioni negative sull'intera struttura. Pensiamo per esempio all'aspetto mentale, che determina, dopo un cambio di allenatore, una sorta di "risveglio atletico " del giocatore, che si ritrova magicamente trasformato dopo magari una sola seduta di lavoro. Il preparatore deve quindi tenere conto che la prestazione è determinata dall'atleta nella sua interezza, composta da una parte visibile (il corpo) e una che non vediamo (la mente e il suo mondo interno).


E' necessario quindi considerare il corpo come elemento che il nostro cervello deve utilizzare per percepire, elaborare e sviluppare una serie di abilità e competenze. La dimostrazione che il corpo e la mente non possono essere scissi ci viene dagli studi di psicomotricità infantile e dall'attività adattata con i diversamente abili. Nel calcio occorre quindi rovesciare il modello comportamentale relativo alla preparazione atletica per giungere ad un nuovo approccio. Se ogni movimento si realizza attraverso capacità fisiche e mentali allora ogni attività in partita è più simile ad un'esercitazione psicomotoria che a una svolta puramente a livello fisico. Occorre quindi che il preparatore faccia più attenzione alle esercitazioni sul modello della partita come mezzo di allenamento più completo organizzandoli con obiettivi, spazi e intensità di lavoro mirate all'aumento del rendimento del calciatore.

1 commento:

Sergio Ruosi ha detto...
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