lunedì 25 luglio 2011

Un'esperienza per tutti (7) "conclusioni"

chiudiamo questa serie di post con le valutazioni che Bruno fa al ritorno dalla sua prima esperienza lavorativa


E’ necessario per gli allenatori ed i preparatori fisici degli sport di squadra recuperare una dimensione legata alla prestazione che negli ultimi anni è mancata .
Il ricorso a pratiche mutuate da altri sport prima, e poi dalla necessità di avere ossessivamente conferme fisiologiche ha mostrato la carenza culturale sulla prestazione stessa.
L’enorme richiesta di fasi accelerative e decelerative, molte delle quali con variazioni di traiettoria superiore ai 30°, deve farci riflettere sulla necessità di usare elementi di corsa in linea a media velocità, se non con lo scopo di far recuperare il giocatore con esercitazioni che non stressino la sua muscolatura e non lo impegnino molto da un punto di vista del controllo.
La scelta dell’esercizio va fatta verificando quanto esso si avvicina al modello in termini di forza applicata, frequenza ed elementi coordinativi specifici. La bravura del preparatore sarà, inoltre, quella di inserire nella programmazione settimanale un’alternanza di situazioni di rigenerazione, che abbiano obbiettivi generali come la corsa a media velocità, ed altri momenti ad obbiettivo specifico dove ci sono impegni coordinativi, muscolari e metabolici che si basino sul modello prestativo, con accenti superiori al modello stesso.
Lo stesso discorso vale per i lavori con i sovraccarichi o i lavori esplosivi, anch’ essi hanno obbiettivi generali ed il miglioramento della forza assoluta spesso viene confuso anch’esso con un miglioramento coordinativo: IL MIGLIORAMENTO DEL CARICO SOLLEVATO NON E’ IDENTICO AL MIGLIORAMENTO DELLA FORZA.
Dobbiamo quindi prevedere che anche la forza si avvicina alla specificità e non può essere scissa dall’impegno metabolico che presuppone, dal modello dell’accelerazione, impegni di forza brevi ma molto ravvicinati dovuti a situazioni di frenate e ripartenze, anche con molti movimenti torsivi .

Valutazioni Personali:
Per quanto riguarda le mie valutazioni sono estremamente positive: la squadra ha risposto bene impegnandosi a fondo durante il tempo che mi veniva concesso.
Le emozioni vissute sono state grandissime, e mi sento parte di questa società come se fossi qui da molto più tempo, non solo da tre mesi e con un contratto a tempo “determinato”.
Questa esperienza è stata importantissima, sono arrivato in un club senza nessuna esperienza professionale a questo livello, e me ne vado convinto dei miei mezzi.
Oltretutto mi ha fatto chiarezza circa le mie prossime scelte in ambito lavorativo.
Per non parlare dei rapporti umani costruiti in un periodo così breve, ma così intenso in emozioni e sfide. Posso dire di aver fatto un buon lavoro, ed il fatto che mi abbiano proposto di rimanere anche l’ anno prossimo ne è la conferma.

Ho deciso di pubblicare una serie di post relativi all'esperienza lavorativa di Bruno Baldassarri, studente di scienze Motorie che sta facendo un tirocinio formativo all'estero come allenatore fisico di una squadra di calcio a 5 Spagnola. Il motivo è semplice! Bruno è alla prima vera esperienza lavorativa in ambito di preparazione fisica e credo che il suo percorso si utile in quanto racchiude entusiasmo ed intraprendenza, ottime intuizioni ma probabilmente anche alcuni errori. Seguire l'evoluzione dei pensieri del collega e vedere come si sono trasformati in programmazione ed esercitazioni offrirà sicuramente a tutti noi, dal preparatore affermato allo studente al primo anno, spunti per approfondimenti o critiche costruttive relative alla figura dell'allenatore fisico.
Sergio Ruosi, segretario AIPAC Emilia Romagna

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